Previdenza
Può esistere un risparmio previdenziale tra i giovani?
Può esistere un risparmio previdenziale tra i giovani?
Pasquale Merella, FRM
Contributo per “Il Punto” blog dell’evento Giornata Nazionale della Previdenza 14 – 16 Maggio 2014 Milano. Link all’articolo: http://www.giornatanazionaledellaprevidenza.it/site/home/il-punto/puo-esistere-un-risparmio-previdenziale-tra-i-giovani.html
Il concetto di “bisogno previdenziale” oggi in Italia è spesso latente tra i giovani lavoratori che rappresentano la macchina produttiva ed il futuro del Paese. Altri bisogni, quali ad esempio la prima casa, il bisogno di formare una famiglia, li hanno ereditati dalla precedente generazione. Ma il bisogno previdenziale no; non è nella nostra cultura. Questo risultato è da trovarsi nelle caratteristiche del nostro sistema pensionistico obbligatorio. Infatti, ancorché caratterizzato da un’intrinseca iniquità inter-generazionale, non ha favorito – negli individui – la formazione di una consapevolezza della propria situazione previdenziale. Il lavoratore della generazione passata non si poneva un problema previdenziale – non era necessario – il tasso di sostituzione netto (dato dal rapporto fra la pensione percepita e l’ultimo salario) era compreso tra l’80% e il 90% (in relazione al mix di età anagrafica e anzianità contributiva) e poteva sperare di mantenere un tenore di vita paragonabile a quello raggiunto durante gli anni di occupazione.
La continua diminuzione del livello di protezione assicurato dal sistema di primo pilastro ha reso fondamentale il ruolo dal punto di vista previdenziale del secondo pilastro, accrescendone così l’importanza con l’obiettivo di assicurare un congruo livello di benessere che possa rispondere compiutamente al bisogno previdenziale dei lavoratori. La differenza tra livello di protezione desiderato (da più parti ipotizzata pari al 75% sull’ultima retribuzione) e la protezione disponibile determina il “gap previdenziale”. Oggi il bisogno previdenziale ha la sua origine proprio in questo gap.
Emerge la necessità di un coinvolgimento dei soggetti privati, quali advisor finanziari e società di gestione che possono, con il loro contributo, dare concretezza a temi troppo spesso ingabbiati dagli eccessivi formalismi delle Istituzioni.
L’importanza di dedicare un momento di confronto come quello offerto dalla Giornata Nazionale della Previdenza, che si svolge proprio questa settimana a Milano, rappresenta un giusto impulso alle istituzioni – da un lato – ed al mondo giovanile dall’altro. Di fatti il tema principale del problema previdenziale del nostro paese risiede nel “gap” di formazione finanziaria che trova la sua massima espressione nella mancanza di una salda e radicata cultura del risparmio previdenziale.
Il problema dell’assenza di un bisogno previdenziale realmente avvertito è rappresentato dal fenomeno, sovente diffuso tra i Fondi Pensione Negoziali, delle anticipazioni. Queste sono consentite fino ad un limite del 75% della posizione individuale maturata (per reali motivi di necessità) e possono essere richieste anche nel limite del 30% per qualsiasi motivo (come detta il d.lgs 252/05); un meccanismo che può portare al riscatto di quasi tutto il capitale e quindi alla negazione della funzione di pensione complementare. Dunque manca, anche da parte del legislatore, un indirizzo sulla retta via.
L’evidenza empirica sui Fondi Pensione Negoziali ci mostra che la mancanza di una cultura del risparmio previdenziale si manifesta in due momenti: ex-ante nella scelta se aderire o meno; ex-post che ricorrere alle anticipazioni come se fosse un secondo “bancomat”.
Può esistere un risparmio previdenziale tra i giovani? http://t.co/wJEiJ26910 Lo chiederò a @Marco_Abatecola nella tavola rotonda @GNP_2014
— Pasquale Merella (@pasqualemerella) May 12, 2014
#Pensioni: ecco un momento di confronto vero sul tema (soprattutto con i #giovani) http://t.co/Krj471eLuD @GNP_2014 @pasqualemerella — raffaele zenti (@RockZen) May 13, 2014
Segue invito alla tavola rotonda: